Fasi dello Sviluppo
Si parla di stadi o fasi dello sviluppo psicomotorio per indicare gli archi di tempo all’interno dei quali il bambino raggiunge determinate acquisizioni. La definizione degli stadi ci aiuta a capire quando è necessario richiedere una valutazione neuropsicomotoria per approfondire l’eventuale “ritardo” nelle varie “tappe”.
È proprio grazie ai fattori ambientali modificabili dall’esterno che il Terapista della Neuro e Psicomotricità può intervenire fornendo ai genitori delle indicazioni operative per promuovere lo sviluppo psicomotorio del loro bambino.
Fase postnatale (0-3 mesi)
Quando il bambino viene alla luce deve “fare i conti” con l’ambiente esterno e deve adattarsi ad una situazione completamente diversa rispetto all’ambiente protetto e accogliente che era l’utero materno. Emergono competenze antigravitarie, organizza stati comportamentali di sonno e di veglia e inizia quel meraviglioso processo di attaccamento con i genitori (già avviato nella fase prenatale). Inizia cioè a maturare quel sistema che determina la qualità della relazione-interazione che avviene attraverso l’ascolto, lo sguardo, la mimica, la modulazione della voce, la capacità di coccolare e consolare. Il piccolo utilizza la prima forma comunicativa, ovvero il pianto, per esprimere i propri bisogni.
Di cosa ha bisogno il neonato in questa fase?
Il neonato necessita di essere contenuto e stabilizzato, di essere tenuto in braccio attraverso un sostegno che consenta l’allineamento e la stabilità del capo e dell’asse corporeo secondo il cosiddetto “holding”. Il piccolo necessita anche di essere raccolto con le mani dell’adulto prima di essere alzato e poi mosso secondo il cosiddetto “handling”.
Per dormire in posizione supina, diversi neonati preferiscono un ambiente stretto come la carrozzina, contenuti in un rullo di spugna intorno al corpo. Le attività “a pancia sotto” vanno avviate prima sulla spalla e sul corpo dell’adulto, poi dopo circa due mesi di età sul fasciatoio e sul lettone. Nella sdraietta il bambino va stabilizzato ed allineato sistemando un rullo (piccolo asciugamano) a forma di U intorno al corpo.
Per il momento del bagnetto, si può rendere più tollerabile l’ingresso in acqua, raccogliendo il bambino in un lenzuolino e metterlo nell’acqua sempre avvolto, liberandolo appena viene ben “contenuto” dall’acqua.
Un’altra esperienza importante dal punto di vista relazione è rappresentata dal massaggio.
Fase 3-6 mesi
In questa fase il piccolo mostra maggiore interesse per l’ambiente esterno e migliora la capacità di relazionarsi con le persone e gli oggetti. Matura il controllo posturale antigravitario del capo e del tronco superiore, migliora l’equilibrio nelle posizioni orizzontali (prono, supino e di fianco) ed il sostegno sulle braccia. E’ pronto per organizzare i primi spostamenti autonomi nello spazio (rotolamento, pivoting in posizione prona). Inizia a sviluppare la coordinazione oculo-manuale: il bambino si allena nel protendere il braccio verso l’oggetto con il controllo visivo, per afferrarlo e metterlo in bocca per esplorarlo.
Di cosa ha bisogno il bambino in questa fase?
In questa il piccolo ama stare in posizione semi-seduta (sulla sdraietta) per poter guardare vocalizzare e sgambettare. È pronto per i suoi primi giocattoli, adatti ad essere afferrati con le manine piccole o appesi alla palestrina. E’ bene creare delle attività di gioco e di relazione in posizione prona insieme alle altre posizioni, è bene proporre variazioni nelle posizioni.
Dai 5 mesi è pronto per iniziare l’esperienza da sdraiato su una coperta per terra dove possa giocare sulla schiena e sperimentare così l’equilibrio con le gambe per aria, girarsi sui fianchi per imparare a rotolare e conoscere il senso dello spazio.
Nel sonno il bambino non ha bisogno di essere contenuto come prima in quanto controlla meglio sé stesso nello spazio; tuttavia, necessita sempre di sostegno al tronco inferiore nelle posizioni verticali e semi-verticali (in braccia e nella sdraietta/passeggino).
Fase 6-9 mesi
In questa fase avviene la maturazione di importanti competenze motorie: la posizione seduta autonoma, i passaggi da una posizione all’altra e da qui la costruzione di uno spostamento orizzontale funzionale (strisciamento, gattonamento, spostamento sul sedere in posizione seduta, andatura ad “elefante”). Le mani sono libere di esplorare e quindi matura la capacità di manipolazione e la motricità fine distale. Aumenta la produzione dei suoni e la comprensione dei gesti semplici e del linguaggio verbale. Aumenta l’autonomia durante i pasti, il movimento per terra, il gioco e l’organizzazione del sonno.
Di cosa ha bisogno il piccolo in questa fase?
E’ molto importante in questa fase dare la possibilità al bambino di sperimentare il movimento in libertà e sicurezza, è la fase in cui mettere il bambino per terra sdraiato su una coperta o sul tappeto. Sono controproducenti: l’uso del box (troppo limitato), l’uso del girello (non consente il corretto carico sugli arti inferiori e può ritardare la deambulazione autonoma) e l’abitudine di metterlo in piedi finché non si alza da solo.
In questa fase vanno proposti normali oggetti di casa ed emerge inoltre l’interesse del bambino per i libricini.
Ripeti i suoni che il tuo bambino produce.
Inizia ad organizzarsi da solo i suoi tempi e l’ordine in cui mangia i cibi.
Per quanto riguarda il sonno, è’ bene consolidare il rituale dell’addormentamento e proporre sempre il solito ambiente, entrambi valide basi per lo sviluppo della sicurezza e dell’autonomia.
Fase 9/12-18 mesi
Il bambino utilizza gli spostamenti orizzontali per esplorare il mondo intorno a sé ed imparare di più ed in modo autonomo, dal punto di vista cognitivo, sensoriale e motorio: fa pratica nei passaggi da una posizione all’altra, capisce meglio le distanze e le varie altezze, scopre sensazioni e percezioni di sé diverse ed inventa attività ludiche nuove con gli oggetti che trova nell’ambiente. Una volta che il bambino comincia ad alzarsi in piedi, è utile allenare il bambino al cammino laterale sostenendosi con le mani ad oggetti stabili e al saper cadere (difendersi adeguatamente quando viene perso l’equilibrio). Il bambino comunica attraverso i gesti e le parole. Comprende e segue comandi semplici. Il bambino è ancora più interessato ai normali oggetti di casa come giocattoli e a tutta la routine della sua giornata. In questa fase è importante che alleni la capacità di prestare attenzione e di concentrarsi più a lungo su un’attività alla volta. Le attività ludiche che hanno un inizio ed una fine, come vuotare e riempire un contenitore o fare la torre e buttarla giù, facendo a turno con un adulto o un fratello, maturano questa abilità. Comincia ad imitare gesti come “fare ciao-ciao” o battere le manine.
Di cosa ha bisogno in questa fase il bambino?
È utile mettere a disposizione del bambino poltrone, tavolini bassi e stabili; meglio ancora è il divano con i cuscini rialzati; ciò serve a creare un piano di appoggio più basso per esercitare il cammino laterale e per avere uno spazio dove mettere i giocattoli, permettendogli così di giocare in piedi.
Riconoscendo l’importanza di allenare l’equilibrio e il saper cadere è controproducente mettere il bambino in piedi o farlo camminare con le mani dell’adulto.
Dai 14-16 mesi il bambino comincia a comprendere meglio il “no” ed è pronto per imparare a rispettare alcune restrizioni e limiti comportamentali impostati dagli adulti.
E’ bene creare delle occasioni per giocare insieme: guardare un libricino, cantare delle canzoncine con i gesti imitativi del corpo, svuotare contenitori, incoraggiare il bambino a prendere iniziativa, a guidare il gioco, ad imparare a fare i turni.