Il ruolo del gioco nell’imparare a conoscere e gestire le emozioni
La psicomotricità per un bambino non è solo un’esperienza corporea, è anche e soprattutto esperienza emotiva che permette di allenare le proprie emozioni attraverso il gioco, il movimento e le esperienze.
È fondamentale, quindi, che bambini che presentano atipie sul piano emotivo e comportamentale vengano precocemente indirizzati verso un percorso neuropsicomotorio, difatti l’esperienza ludico motoria che il bambino sperimenta nel setting gli consente di sperimentare l’emozione forte di un tuffo riuscito bene, la frustrazione di una capriola che purtroppo non è venuta, l’orgoglio di un gioco ideato, strutturato e organizzato da lui oppure la delusione per un tempo dei giochi che sta terminando.
Tutte queste esperienze favoriscono nel bambino l’insorgenza di molteplici emozioni e sensazioni che, grazie all’aiuto del Terapista, vengono riconosciute, accettate, accolte, elaborate ed interiorizzate in modo coerente.
In base alla difficoltà presentata dal bambino si andrà a lavorare su determinati aspetti piuttosto che su altri. Il lavoro può inoltre incentrarsi sul riconoscimento e sul controllo delle emozioni, sia positive che negative, in modo da favorire lo sviluppo della cosiddetta “Intelligenza Emotiva”. Questa viene definita come quella capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie e altrui. Infatti molti studi dimostrano che i bambini che hanno sviluppato questa forma di intelligenza sono più equilibrati e più sereni, con una maggiore autostima e fiducia nelle proprie capacità.
Dunque il ruolo della neuropsicomotricità è anche quello di stimolare l’acquisizione di questa capacità tenendo conto del contesto ludico all’interno del quale avviene.
Giochi ed attività vengono accuratamente selezionati, collocati in determinate posizioni nella stanza in base allo scopo da raggiungere e alla funzione che il Terapista vuole elicitare. Il bambino impara divertendosi e, soprattutto, non si sente giudicato.
Il gioco per sviluppare nuove competenze motorie e cognitive
All’interno della stanza di neuropsicomotricità sono diversi e numerosi i giochi che possono essere proposti: gioco simbolico, gioco funzionale, gioco senso-motorio e così via, in base alla fase di sviluppo in cui si trova il bambino e alle aree che si intendono stimolare e potenziare in funzione della difficoltà presentata dal bambino.
Nel caso di un bambino che presenti difficoltà nella relazione, per esempio, si andranno a proporre dei giochi che favoriscano l’interazione con l’altro promuovendo la regressione del comportamento socialmente disfunzionale, di tipo inibito o disinibito. Uno di questi è il gioco motorio. Il movimento, infatti, oltre che essere il propulsore per lo sviluppo cognitivo e per l’adattamento al proprio ambiente di vita, prepara il bambino al contesto sociale aiutandolo nella scoperta e conferma della propria identità.
Inoltre i giochi motori consentono l’interazione con l’altro promuovendo lo sviluppo della capacità relazionale; attraverso il gioco del girotondo, per esempio, non solo si impara a padroneggiare le abilità motorie, ma il bambino entra in contatto fisico e in sintonizzazione emotiva con i pari, condividendo con essi esperienze piacevoli.
Il bambino diviene capace di trasferire quanto apprende nel contesto terapeutico nelle attività di vita quotidiana, favorendo una generalizzazione degli apprendimenti che rappresenta la chiave per la reale correzione del comportamento disfunzionale.